CONCERTO FASCIO-ROCK A MILANO IL PROSSIMO 11 MARZO ALL’OMBRA DELL’ALLEANZA TRA CASAPOUND E LA RETE DEI PATRIOTI

La storica sede di piazza Aspromonte a Milano, un tempo di Forza nuova, ora in gestione alla Rete dei Patrioti, dopo la scissione del maggio 2020, il cui nome intende rifarsi ai movimenti sovranisti e paramilitari di estrema destra degli Stati Uniti, ospiterà l’11 marzo prossimo un concerto fascio-rock. Dalle band che si esibiranno la riprova dell’alleanza con Casapound. Il tutto da monitorare.

CHI SUONERÀ AL CONCERTO

Al concerto la band protagonista sarà Zetazeroalfa, ossia il gruppo di riferimento di Casapound. E’ stata fondata nel 1997 da Gianluca Iannone, barbuto leader dei “fascisti del terzo millennio”, leader della Curva Sud romanista, direttore di Radio Bandiera Nera, proveniente dall’area politica del Movimento Politico Occidentale, sciolto nel 1993 secondo la legge Mancino per incitamento alla violenza e al razzismo.

Caratteristico del loro repertorio è l’inno alla “cinghiamattanza”, ossia al rito virile di percuotersi a torace nudo con la cinghia (esclusa la fibbia!) con cui hanno accompagnato spesso le loro esibizioni, suscitando anche accese discussioni sociologiche sui nostri giornali. Le parole: «Primo: me sfilo la cinta; due: inizia la danza; / Tre: prendo bene la mira; / quattro: cinghiamattanza / Cinghiamattanza! / Questo cuoio nell’aria sta ufficializzando la danza / Solo la casta guerriera pratica cinghiamattanza! /Cinghiamattanza!/ Ecco le fruste sonore stanno incendiando la stanza / Brucia la vita d’ardito, urlerai:/ «Cinghiamattanza!».

E’ opera loro anche l’inno del Blocco Studentesco, braccio di Casapound nelle scuole «Mille cuori, una bandiera, / mille braccia verso il sole! / Siamo sudati d’allegria, / siamo svegli a tutte l’ore! / E si aprirà la folla / al passaggio della banda! / Siamo il Blocco Studentesco, / state tutti bene in guardia!».

Hanno composto anche l’inno del Motoclub di Casa Pound Italia «Fratelli Omunghus»: «Salta in sella, camerata, / la legione che ti chiama! / Per le strade dell’impero / gira un cinghiale nero, / Fratelli Omunghus! / Sulle strade camminiamo, / da mille strade noi veniamo / Siamo unità imperiali, / non ci possono cambiare! /Fratelli Omunghus!».

Gli eroi che cantano sono il pilota giapponese Muratami Arima, primo kamikaze, morto suicida nel 1944 lanciandosi contro una portaerei USA: «Vedi la furia del vento, / vedi acciaio in picchiata / Ecco un figlio del sole, / ecco la fiera mai nata / Ecco lo schianto e l’impatto…»

E anche i piloti dei caccia dell’esercito fascista italiano: «Volano alto i figli di questa nostra amata patria / Hanno venti anni, armati di poesia e sono tuoni e lampi / Si alzano in volo, paura non hanno proprio, proprio di nessuno / Fasci littori sopra le ali e dentro i cuori / Giovane sangue che sfida sorte, che ghigna morte / Strilla di rapace, tuona la mitraglia! /Ghereghereghez! Ghez, ghez! / Strilla di rapace, tuona la mitraglia! /Ghereghereghez! Ghez, ghez!».

La guerra d’altra parte è il loro ambiente ideale: «Tempesta d’acciaio per giovani cuori / Resa dei conti per i traditori / Brucia nel sole la mia bandiera / Nessun compromesso: bandiera nera!/ Guerra!».

Non è strano quindi il ritornello di una loro canzone: «No, non stare in pena! / Nel dubbio mena / e vedrai vivrai di più!». Cantano lo scontro di piazza: «Affretta il passo / e spezza il fiato / Per difendere la piazza / e l’avamposto conquistato / Porta il casco e un fazzoletto / Il coraggio ce l’hai dentro, / fallo uscire sul momento! / Questa squadra è pronta a tutto / devi esserne all’altezza, / devi esserne sicuro! / Ogni volta c’è chi più rischia, / ci si vede nella mischia!». A cui aggiungono uno tono romantico: «E dona questa vita come getteresti un fiore / Corri forte, amico mio, /che qui il tempo non perdona / qui niente resta in piedi, / che qui niente resta uguale! / E sono solo rose rosse dalle camicie nere, / nate sopra il marmo di mille primavere!».

Naturalmente è presente la tematica della lotta nazionalista contro l’immigrazione: «Quando la notte è fredda, scura ed a comandare è la paura / E tra terrore e rassegnazione fanno a pezzi la tua nazione / Quando la terra viene abbandonata e la tua stirpe viene sostituita / Serve a poco la tua indignazione e serve a poco la tua indignazione! / Perché quando dici Italia, dici il nome mio / Terra dell’alloro, terra dell’ulivo / Mistica di guerra, mistica di amore / Insorgi contro il fatalismo!»

In un’intervista al Il Giorno del 2006 Gianluca Iannone definiva la loro musica «archeofuturista», perché unisce nel rock «una visione tradizionale del mondo a una futuribile». I testi, dice, sono tratti dalla loro esperienza di militanti, «raccontano come vive un fascista nel terzo millennio».

Quanto al nome ZETAZEROALFA Iannone dà una spiegazione piuttosto complicata, e davvero un po’ bislacca, di ogni lettera della sigla, per finire, in stile per l’appunto futurista, dicendo che «indica il veloce evolversi delle situazioni, la ciclicità degli eventi, la sonorità meccanica dei nostri tempi e l’implacabile metamorfosi dell’uomo e del suo ambiente».

Sarà… Quello che è sicuro è che le loro esibizioni sono state spesso movimentate. In occasione di un loro concerto a Sulmona l’8 dicembre 2001, aggredirono alcuni elementi di sinistra, procurando lesioni e fratture. Gianluca Iannone fu condannato a 10 mesi di reclusione per rissa.

I gruppi che accompagneranno Zetazeroalfa a Milano sono di minore importanza, ma fanno spesso contorno ai loro concerti. Ci limitiamo a parlare rapidamente degli Hobbit. Il gruppo perugino Hobbit si è occupato a lungo di contrasto allo Ius soli con provocazioni varie, una band nazionalista che tra rock e politica, che fa anche del gran merchandising. Magliette e scritte “Ardite schiere, bandiere nere”. Identitari si diceva, contro lo Ius Soli, ma anche presenti nell’ottobre 2022 a un concerto a sostegno del gruppo neo nazista dei Do.ra. Peggio di così…..

APPUNTAMENTO NERO DI TUTTE LE SIGLE DEL NEOFASCISMO

Non solo un concerto, come già denunciato. l’11 marzo in piazza Aspromonte si ritroveranno quasi tutte le sigle del neofascismo milanese e non solo, dalla rete dei patrioti a Casapound, da Lealtà azione al Veneto fronte skinheads a Fortezza Europa. Nell’occasione si terrà più di un dibattito, presente anche Adriano Scianca, direttore de Il primato nazionale ed editorialista de La Verità. un chiaro tentativo di azione e coordinamento in comune negli spazi che un governo a guida Fratelli d’Italia offre alla parte peggiore di questo paese nostalgica del fascismo.

OSSERVATORIO DEMOCRATICO SULLE NUOVE DESTRE

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